Quando Meditiamo o Preghiamo, entriamo in uno Stato di Coscienza Superiore e, se la Nostra Mente rimane concentrata e non divaga, abbiamo veramente delle Grosse Sorprese, perché ciò che avviene durante la Preghiera e la Meditazione non avviene normalmente nel Nostro vivere quotidiano.
Attraverso Queste Pratiche noi alziamo la Vibrazione ed entriamo in Contatto con la Nostra Parte Superiore, poiché in quel Momento la stiamo riconoscendo.
Pregare un Santo significa pregare la Nostra Parte Superiore: siamo Tutti UNO e perciò il Santo è in Me, io Sono nel Santo.
Nel Momento in cui invoco Quello che ritengo un Maestro vuol dire che ho la Voglia, il Desiderio di mettere in Gioco la Mia Parte Superiore, di scoprirla, di attivarla, di viverla.
L’Errore che non dobbiamo fare è quello di pensare che ci sia Qualcosa di Superiore a Noi sempre all’Esterno.
Accedere a quello che è Superiore a Noi sarebbe impossibile.
Se sono alta un metro e sessanta Non posso Accedere ad un Soppalco di due metri: ho Bisogno di una Scala o quantomeno di uno Sgabello…
Ma nella Meditazione e nella Preghiera non funziona così: sono IO che devo riuscire ad arrivare alla Parte più Alta di Me, non posso raggiungere il Maestro perché il solo Fatto di delegare al Maestro o al Santo significa che mi metto in una Condizione di Inferiorità.
Questo Atteggiamento non è di Umiltà: significa non aver capito come siamo Fatti.
Siamo Forza Divina e Forza Terrena, siamo Tutti UNO, anche se dal Punto di Vista delle Frequenze e delle Vibrazioni io ho dei Limiti, nel Senso che posso accedere a Quella Frequenza, non posso andare Oltre perché quello è il mio Massimo.
Nel mio Vivere Quotidiano molto spesso dimentico di poter accedere a Quella Frequenza, e quindi agisco, opero, vivo Solo con la Frequenza Terrena e Questo mi crea Problemi, mi fa Star Male, per cui poi ho Bisogno di chiudermi, di meditare, di pregare per dare nuovamente Spazio, Aria, Vigore alla Parte Superiore.
La “Mia” Parte Superiore.
Non devo pensare che il Mio Fine sia quello di raggiungere quel Maestro, di sentirne la Presenza, di capire quale Influenza ha sulla Mia Vita; devo invece pensare che il Maestro è Solo un Mezzo attraverso cui posso scoprire la Mia Parte Superiore, la quale avrà una determinata Frequenza e non Altra.
Non potrò avere una Frequenza Diversa da Quella che attiene alla Tipologia della Mia Energia.
Così facendo io porto a Me un Nutrimento Meraviglioso e, quando arriverò a vivere Questa Parte con Continuità, fino a vedere le Situazioni semplicemente come Mezzi attraverso cui posso esprimere certe Frequenze, approderò alla Consapevolezza, al Punto in cui la Vita può usarmi in Modo Continuativo perché aderisco con Continuità alla Mia Parte Superiore.
Ritagliarsi il Tempo per Pregare o Meditare e poi nei Gesti Quotidiani usare solo la Mentalità Terrena, impregnata da Tutti i Condizionamenti della Società, mi porta a vivere una Dualità stancante per la Mia Energia e non è produttiva ai Fini del Vivere Pratico, perché quando vivo la Mia parte Superiore in Modo continuo e costante io delego le Responsabilità a Questa Parte, non per Menefreghismo o Opportunismo, ma perché mi rendo Conto che è Questa Parte che sa Quello che mi aspetta, Ciò che accadrà Domani.
È la Parte che mi conosce profondamente e che sa quale sia lo Scopo di Questo Mio Percorso Terreno.
Mi attirerà allora le Giuste Situazioni e i Mezzi per gestirle, impedendo che Io, volendo vivere Solo con la Mia Parte razionale, concreta, terrena, faccia degli Errori, mi ostini in Situazioni che Non hanno Sbocco, ma solo la Finalità di gratificare il Mio Ego.
Anche se è importantissimo Meditare e Pregare, è la Vita Stessa che deve essere una Meditazione e una Preghiera Continua, perché Tutti i Nostri Gesti devono essere sempre diretti dalla Nostra Parte Superiore.