Come era felice Mary nei suoi viaggi attraverso lo spazio, ma ancora più felice era quando poteva vivere per un periodo in qualche strano paese.
Erano esperienze che la facevano sempre riflettere e, con l’aiuto di Fata Paoletta, riusciva a capire e a dare un senso ad ogni cosa.
Era già mattino inoltrato quando si fermò in riva ad uno stagno per osservare le ninfee che placide galleggiavano sull’acqua.
Tutto attorno i rumori del bosco: cinguettii, spostamenti di rami per animali che correvano e tanti, tanti suoni diversi che colmavano l’aria di suoni.
Fata Paoletta era stranamente silenziosa, osservava lo stagno come in attesa di qualcosa.
Mary non sapeva perché, ma anche lei aveva uno stato d’animo vigile, attento.
Insomma, anche lei percepiva che dovesse accadere qualcosa.
Improvvisamente ogni suono cessò, gli unici segni di Vita erano dati dall’ondeggiare leggero dei rami e delle foglie degli alberi.
Sullo stagno il sole rifletteva i suoi raggi illuminando l’acqua e le ninfee.
C’era un clima di attesa.
Di che cosa?
Mary si avvicinò a Fata Paoletta, si sedette senza fare domande: sentiva che qualcosa “ era nell’aria” e si stava avvicinando.
Il silenzio improvvisamente fu riempito dal gracidare di un rospo che sbucò sulla riva dello stagno: era grande, imponente, emanava una forza incredibile.
Mary aveva già visto molti rospi, ma nessuno, proprio nessuno maestoso come quello.
Fata Paoletta sorrise compiaciuta: ciò che aspettava era arrivato.
Si alzò e, con molta calma, si allontanò dallo stagno.
Rimase solo Mary a fissare incantata il magnifico rospo.
Successe allora una cosa incredibile: il rospo pensava!!!!
Ne era proprio convinta Mary perché aveva percepito chiaramente questo pensiero: “che bella bambina c’è oggi sulle rive dello stagno! Chissà da dove viene?”
“Vengo dallo spazio” pensò Mary di rimando.
“Che cosa è lo spazio?” ricevette in risposta.
Non poteva crederci! Poteva comunicare con il rospo, si capivano perfettamente.
Si voltò per chiedere a Fata Paoletta spiegazioni, ma non la vide.
“Allora, per favore, mi spieghi che cosa è lo spazio?” insisteva il rospo, per nulla sorpreso di poter comunicare con Mary.
Era abituato da sempre a interagire con gli altri animali attraverso il pensiero e, per lui, Mary era solo un animale diverso dagli altri.
Molto diverso era invece l’atteggiamento di Mary: lei non aveva mai comunicato con il pensiero, doveva sempre parlare e non sempre era facile quando altri parlavano lingue sconosciute.
“Allora? Non mi vuoi rispondere?” insistette il rospo.
Era una fatica per Mary dover rispondere tenendo la bocca chiusa.
Si sforzò e formulò la risposta: “lo spazio è un luogo immenso oltre la Terra, io lo percorro tenuta per mano da Fata Paoletta che mi spiega tutto e mi aiuta a capire cose per me sconosciute”.
“Che bisogno hai di capire?”
Che strana domanda era mai questa?
Non aveva mai pensato che ci fosse qualcuno che non sentiva la necessità di capire cose sconosciute.
“E’ strano che tu mi chieda questo, tutti gli esseri umani vogliono capire”.
“Anche io sono un essere vivente, pensò il rospo, ma non sento la necessità di capire, mi accontento di vivere ogni attimo con semplicità”.
“E no! Penso Mary, tu mi hai chiesto dello spazio, vuol dire che anche tu hai delle curiosità, anche tu vuoi capire e sapere.”
Silenzio, nessun pensiero in risposta.
“Brutto sciocco, quando è in difficoltà non risponde”, pensò Mary innervosendosi.
“Perché mi definisci brutto sciocco?”
OH! Il rospo aveva captato il pensiero.
Mary si sentì persa, doveva controllare tutti i pensieri, era vulnerabile, non poteva più nascondere nulla.
Sentì molto la mancanza di Fata Paoletta: se fosse stata lì le avrebbe spiegato che cosa stava succedendo e forse le avrebbe anche insegnato qualche trucco per non fare arrivare i pensieri al rospo.
“Perché non vuoi che mi arrivino i tuoi pensieri? Che cosa temi? Che mi possa offendere? Noi animali dei boschi, degli stagni, dell’aria, del mare, della Terra tutta non ci offendiamo, capiamo che voi siete gli esseri più fragili e più complicati che sono sul pianeta”.
Mary non sapeva più che cosa pensare, aveva paura di emettere un pensiero non giusto e si sforzava per rimanere senza pensiero.
In quel mentre riapparve Fata Paoletta, sorridendo guardò il rospo e lo ringraziò per la lezione che aveva dato a Mary.
Mary non capto il pensiero di Fata Paoletta, senti solo quello del rospo: ”mi piace molto questa bimba, non sono molti quelli che riescono a comunica con me, anche se io sono il comunicatore ufficiale di tutti i rospi. I miei fratelli sanno che ho sviluppato questa capacità di interagire con alcuni esseri umani, i più sensibili, i più evoluti.”
Mary guardò Fata Paoletta e con un filo di voce chiese: io sono sensibile ed evoluta?
Si, rispose la Fata, hai in te la sensibilità giusta per capire la natura.
C’era molto da meditare su questo e Mary era stanca e affamata.
Si ripromise di tornare sull’argomento alla prima occasione.
Salutò il rospo con tanto affetto, lo ringraziò per aver comunicato con lei e, grande fu la sua sorpresa quando udì questo pensiero:” sei grande Mary, cresci così e vedrai che ci rincontreremo”.
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