Questa volta la destinazione era conosciuta: si tornava sul pianeta Terra, nel Paese del Giafù.
Sia Mary che Fata Paoletta avevano desiderio di ritrovare i luoghi dove si erano conosciute.
Fata Paoletta ricordava molto bene quel Paese di esseri magri, dove la bellezza e la normalità di Mary avevano lasciato il segno.
Ritornare lì voleva dire fare una ulteriore esperienza per Mary.
Appena arrivate, Mary volle vedere quella stanzetta dove aveva vissuto da bambina e grande fu la meraviglia quando poté passare con grande facilità attraverso la porta, finalmente allargata.
Ancora più grande fu la sua meraviglia quando, girando per il paese con Fata Paoletta, vide i suoi abitanti belli, allegri e finalmente di peso normale, non più “inconsistenti” come una volta.
Arrivata l’ora del pranzo si fermarono nella piazza e grande fu lo stupore nel vedere quanti bar e ristoranti vi erano.
Nel primo si mangiava solo frutta e verdura, nel secondo solo paste e pizze, nel terzo solo dolciumi.
Che curiosità era mai quella?
Fata Paoletta entrò con Mary dove si poteva pranzare con frutta e verdura.
Ogni piatto portava stampato sul fondo una scritta: W Mary.
Perbacco che coincidenza, avere un piatto con il proprio nome!
Fra i tavoli si aggiravano graziosi ed esperti camerieri, alcuni uomini, altre donne.
Al tavolo di Mary e di Fata Paoletta si fermò una ragazza con lunghe trecce scure che chiese loro che cosa desiderassero per pranzo.
Mary aveva appetito, ma prima voleva sapere perché tutti i piatti portavano impressa la scritta: W Mary.
La ragazza, di nome Paola, raccontò con semplicità la storia del paese e narrò tutta la vicenda che Mary aveva vissuto.
“Dovete sapere che un tempo in questo paese gli abitanti non erano come li vedete adesso, ma erano individui magri, tristi, in continua tensione.
Questo, fino al giorno che apparve una meravigliosa bimba paffuta e rosea che fece vedere loro come fosse possibile vivere in un altro modo.
Da allora tutto è cambiato e così per ricordare quella bimba, che si chiamava Mary, abbiamo deciso di marchiare i piatti con il suo nome.
Fata Paoletta e Mary ascoltavano in silenzio e Mary non volle dire di essere lei quella bimba, si limitò a sorridere e a ordinare i suoi piatti preferiti, composti proprio da frutta e verdure.
Fata Paoletta aspetto che Mary finisse il pranzo e poi chiese: “che cosa hai provato nel tuo cuore a sentire questo racconto che riguarda un pezzetto della tua Vita”?
Mary rifletté un po’ e poi rispose: “non mi sono sentita importante perché quando ero qui ero solo una bimba che faceva semplicemente quello che sentiva giusto fare.
Se il mio comportamento è servito ad aiutare quegli esseri infelici, sono contenta.
Non mi sento speciale perché il mio nome è marchiato sul fondo dei piatti, ma ringrazio la Vita che mi ha dato questa bella occasione per aiutare gli altri”.
Era proprio quello che Fata Paoletta voleva sentir dire.
In silenzio si alzarono, fecero ancora un giro per il paese e in tutti i locali trovarono riferimenti a Mary: menù Mary, tovaglioli Mary, bibite Mary…insomma quella bimba rosea e paffuta aveva proprio lasciato un segno positivo.
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