Questa volta Fata Paoletta non aspettò che Mary scegliesse il paese dove fermarsi, la guidò direttamente nel Paese delle ore felici.
Che strana espressione si dipinse sul viso di Mary quando vide che gli orologi di quel paese non erano come quelli che era abituata a vedere: questi erano doppi, da un lato le lancette che segnavano le ore erano decorate con fiori variopinti e dall’altro lato con spine nere.
Che strana cosa!!!
Fata Paoletta intervenne subito a spiegare: “Vedi Mary questo è il paese delle ore felici ed è sempre in corso una gara fra gli abitanti a chi vive più ore felici.
Non sono loro a segnarle, ma gli orologi che mostrano il lato con i fiori, quando c’è la felicità e quello con le spine, quando c’è l‘infelicità”.
Arrivò di corsa un compito ragazzo che porse a Mary un orologio che doveva tenere al collo come fosse un ciondolo.
Non disse nulla, guardò Fata Paoletta e non le diede nessun orologio, la salutò con un inchino e andò via.
Mary era stupitissima: che magia era quella?
Come potevano gli orologi segnalare la felicità o l’infelicità?
Aveva tutto il tempo per scoprirlo.
Intanto Fata Paoletta preparava Mary a questa nuova esperienza: “Vieni vicino e raccontami le tue impressioni su quello che hai visto”.
“Non ho ancora capito molto di questo paese e non so neppure se capirò mai il funzionamento di questi orologi”.
“Non devi capire, devi vivere con naturalezza e l’orologio farà tutto da solo: segnerà la felicità con le lancette fiorate e l’infelicità con le lancette spinose.
Rilassati e dimentica di avere l’orologio su di te”.
Va bene, rispose Mary, possiamo allora andare un po’ a spasso per il paese e osservare come vivono gli abitanti del posto?
Che bel paese pieno di fiori, di musica, tutte le case erano dipinte con colori allegri e allegri erano soprattutto i visi degli abitanti.
Mary si incuriosì molto a vedere gli orologi che tutti portavano al collo.
Li guardò molto accuratamente e li vide tutti con le lancette fiorite.
Come era possibile che in quel luogo regnasse solo la felicità?
Strada facendo vide un piccolo laboratorio dove si riparavano proprio gli orologi.
Fuori c’erano diverse persone in fila che attendevano il loro turno per entrare.
Mary vide, con sorpresa, che tutti gli orologi erano voltati dalla parte delle lancette con le spine.
“Devi sapere Mary, disse Fata Paoletta, che dopo tante volte che l’orologio segnala l’infelicità, si rompe: ha perso tutta l’energia, consumata proprio dall’infelicità.
Chi lo porta al collo si sente molto, molto stanco e rischia di ammalarsi, così ricorre a questo laboratorio, molto particolare”.
“Si può visitare questo laboratorio”? chiese Mary pervasa dalla curiosità.
“Certo, entriamo dalla porta laterale: quella dei visitatori”.
All’interno si aprivano tante piccole stanze dove potevano stare solo due persone.
Erano stanze allegre, dipinte con colori vivaci e anche le due sedie che componevano l’arredamento erano rivestite di stoffa molto colorata.
Qui, prese a spiegare Fata Paoletta, si deposita l’orologio e la persona che lo riceve parla molto a lungo con chi lo ha indossato.
Chiede tante notizie sul perché l’infelicità si sia manifestata così spesso. A volte ci vogliono ore per poter capire che cosa rende infelice un individuo.
Sai, la causa più frequente dell’infelicità è data dal non accettare la vita per quello che è, per quello che ci dà.
Taluni vogliono sempre quello che non hanno e non godono mai di quello che hanno”.
Continuando nella visita del laboratorio, Mary si ritrovò in grandi aule dove i poveri esseri infelici venivano aiutati a capire la loro infelicità e così a superarla.
Verso sera Mary sentì molta nostalgia dei suoi genitori, si rabbuiò e avrebbe perfino pianto se Fata Paoletta non fosse accorsa per distrarla.
Sentì un movimento sul petto e notò che l’orologio si era voltato e mostrava le lancette con le spine.
Perbacco! L’orologio aveva sentito la sua infelicità.
Fata Paoletta abbracciò Mary e, con tanta dolcezza, la esortò a pensare ai suoi genitori che la attiravano con l’aquilone a forma di stella.
Bastò questo ricordo per rasserenare Mary e……..zac l’orologio si voltò dalla parte delle lancette fiorite.
Fata Paoletta spiegò allora che questi orologi non segnavano il tempo che passava ma erano sintonizzati sul cuore delle persone e così potevano sentire la felicità o l’infelicità.
Aggiunse anche che l’insegnamento che veniva da quel paese era molto chiaro: dentro di noi c’è il misuratore della felicità e dell’infelicità e dobbiamo ascoltarlo così evitiamo di sentirci molto, molto stanchi e non rischiamo di ammalarci, anzi, se siamo ammalati, scacciando l’infelicità agevoliamo la guarigione.
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