Crescendo Mary desiderava confrontare la propria Vita con altri esseri umani per potersi arricchire anche attraverso l’esperienza di altri.
Vagando sempre nello spazio, si imbatte in un bellissimo paese dove il brusio, gli scoppi di risa e di rabbia, facevano da colonna sonora alla giornata.
Chiese a Fata Paoletta se potevano fermarsi un po’ lì per capire meglio il meccanismo che animava quel paese.
Presero alloggio in una strana struttura: non era una vera e propria abitazione ma assomigliava più ad una comunità, si viveva continuamente in comune.
Mary voleva fare colazione solo con Fata Paoletta per poter comunicare a lei e solo a lei le sue impressioni.
Questo però non era possibile, in questo strano paese, perché anche la colazione era consumata in comunità.
Mary si sedette ad un lungo tavolo da pranzo tenendo stretta la mano di Fata Paoletta e immediatamente fu circondata da altri ragazzini come lei che vociavano a tutto spiano.
Mary si guardò attorno incuriosita e vide moltissimi tavoli che erano predisposti per la colazione e divisi per fasce di età.
Al tavolo di Mary sedevano ragazzini come lei, ad altri tavoli c’erano persone anziane circondate da altre persone anziane e così via: ogni tavolo era per età diverse.
Solo Fata Paoletta sedeva accanto a lei pur non avendo la stessa età di Mary e, cosa molto strana, gli altri ragazzini sembravano non vederla e si concentravano su Mary ponendole innumerevoli domande.
Chi sei? Da dove vieni? Quanti anni hai? Che cosa fanno i tuoi genitori?
Mary era disorientata, abituata quasi alla sola compagnia di Fata Paoletta, si sentiva smarrita e accerchiata.
Rispose con ritrosia alle domande a cui sapeva rispondere, ma che cosa facessero i suoi genitori era un mistero: nessuno le aveva mai neppure accennato ai genitori e, per essere sinceri, lei non soffriva della loro assenza, a lei bastava Fata Paoletta.
Quando con sincerità disse che non sapeva nulla dei suoi genitori, gli altri ragazzini sgranarono gli occhi e pensarono che fosse venuta in quel paese proprio per incontrarli.
Una curiosità si accese allora in Mary e, vista la possibilità, almeno così pareva, di soddisfarla, si rivolse a Fata Paoletta per trovare conforto ai suoi pensieri.
La buona Fata era seduta in disparte, non si sa come era riuscita a evitare il continuo flusso di persone che costantemente si incontravano in quel luogo.
“Certo che puoi sapere quello che riguarda i tuoi genitori, questo è proprio il Paese degli Incontri, il luogo adatto.
Mary non aveva mai pensato ai suoi genitori, fu assalita oltre che dalla curiosità, da una strana forma di aspettativa che le generava perfino ansia.
Che sentimenti strani che stavano pervadendola, nulla di tutto ciò era in lei prima.
Fata Paoletta la esortò a non essere così ansiosa, le consigliò di rilassarsi perché, se i suoi genitori desideravano incontrarla, così come lei desiderava incontrare loro, tutto si sarebbe svolto nella massima tranquillità.
Passavano i giorni e Mary si stava abituando a quello strano mondo: a tavola tutti divisi per età e nel rimanente tempo assieme in grande confusione.
Quello che però disorientava la ragazzina erano gli scoppi d’ira che sovente osservava attorno a lei, scoppi violenti fra bambini, ragazzini, adulti e quelli più terribili quelli dei ragazzi contro gli adulti e fra gli adulti stessi.
Non riusciva a capire il perché, ma le parole non arrivavano a lei in modo intellegibile: ascoltava solo il tono di voce, ma niente altro.
Cercava di prestare attenzione ma le parole continuavano ad essere confuse.
Chiese spiegazione a Fata Paoletta che, con molta grazia, le spiegò che quello che veniva detto in quegli alterchi era cosa che riguardava solo i litiganti, gli altri non dovevano sentire per non essere messi in grado né di giudicare, né di capire quale fosse il motivo scatenante dell’ira.
A quante urla, a quanti pianti aveva assistito Mary!
Per fortuna c’erano anche tanti momenti gioiosi dove le persone si incontravano, si abbracciavano ed erano liete.
Fata Paoletta capì che era giunto il momento per Mary di capire un po’ di più di quello strano paese.
Si avvicinò alla ragazzina e la condusse in una bella sala dove sulla porta principale era scritto: Benvenuti nella Sala degli Incontri.
Sui tavolini messi contro le pareti c’erano foglietti colorati con la scritta: Istruzioni per l’uso: come fare accadere gli incontri.
1- concentrarsi su se stessi e smettere di pensare a cose inutili. Il pensiero deve essere fisso su chi si vuole incontrare.
2 – chiedere umilmente di essere accolti da chi si vuole incontrare.
3 – passare nella sala accanto e attendere serenamente.
Mary lesse tutto questo e iniziò ad essere invasa dall’ansia.
Fata Paoletta la tranquillizzò: l’incontro con i suoi genitori ci sarebbe stato solo se Mary e loro volevano realizzarlo.
Mary si concentrò, si chiuse in se stessa e attese con fiducia gli eventi.
Piano piano la colse la stanchezza, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da un sonno leggero.
Quando apri gli occhi vide, davanti a se, quattro occhi che la fissavano con un amore infinito.
Erano papà e mamma!
Nessun dubbio erano proprio loro. Li guardò e sorrise, finalmente si sentiva a casa.
Arrivò Fata Paoletta e, molto discretamente, si sedette con loro.
“Chiedi Mary ciò che vuoi sapere, loro sono qui proprio per rispondere alle tue domande”.
Mary iniziò a chiedere perché non si erano mai fatti vedere e loro con tanta, tanta tristezza le dissero che un brutto incidente li aveva portati via dalla Terra quando Mary era ancora molto piccola.
Erano andati a lavorare contenti e sereni, ma sulla loro via incontrarono dei tori inferociti che li colpirono così tante volte fino a che si trovarono nel Paese degli Incontri e non più sulla Terra.
“Siamo qui da molto tempo e ti aspettavamo.
Fata Paoletta sapeva quando sarebbe stato il momento giusto per il nostro incontro e noi abbiamo atteso.
Ora che ci hai visto ci riconoscerai quando verremo a trovarti nel sogno.
Ti vogliamo molto, molto, molto bene, cara Mary e ti seguiremo sempre, anche se non ci puoi vedere”.
Detto questo si allontanarono e…….sparirono.
Fata Paoletta abbracciò Mary che era commossa e ancora piena di domande.
La Fata spiegò allora che non tutti gli incontri erano così amorevoli, moltissimi erano agitati perché molti contrasti che si erano creati in Terra non erano ancora stati dimenticati e molti chiedevano di incontrarsi, non per la gioia di ritrovarsi, ma con ancora la voglia di accusare, di colpire, di farsi le proprie ragioni.
Mary era confusa, non sapeva se essere felice per l’incontro con i suoi genitori o triste per questi poveri esseri infelici.
Fata Paoletta la prese per mano e disse: “è troppo presto per toglierti la confusione dal cuore.
Vivi pure questa confusione fino a che si allontanerà da sola.
Ora dammi la mano e lasciamo questo paese”.