Poche volte Fata Paoletta era pensierosa, ma quando le circostanze lo richiedevano il suo silenzio era quasi preoccupante. Erano ormai due giorni che la Fata cercava di evitare sia Roby che Mary: rispondeva alle loro domande sì in modo gentile ma quasi assente. Si capiva benissimo che non aveva alcuna voglia di fare conversazione. Roby guardava Mary e lei ricambiava senza parlare, nessuno dei due voleva affrontare l’argomento, aspettavano che Fata Paoletta tornasse ad essere come era sempre stata: allegra, gioiosa, con tanta voglia di partecipare ai loro discorsi. Poi, il terzo giorno, successe una cosa alquanto strana: Fata Paoletta uscì sola, senza dire dove andava e quando sarebbe tornata. Mary dapprima sperò che la Fata avesse parlato dei suoi progetti per la giornata con Roby, ma quando capì che neppure lui sapeva niente cominciò ad impensierirsi. Passarono delle ore, i ragazzini si erano intanto organizzati per il pranzo, avevano messo in ordine la casa, quasi senza parlare. Erano ambedue pensierosi. Verso sera, quando l’ansia aveva già fatto capolino nei loro cuori, si sedettero per terra, uno di fronte all’altro e, tenendosi per mano, invocarono l’aiuto di Mago Paolo. Non sapevano se lui potesse sentirli, ma non avevano idea di chi altro potesse aiutarli. Così, concentrati sull’invocazione al Mago, non udirono neppure la porta che si apriva. Solo un cicaleccio gioioso e delle esclamazioni stupite quali – “Che bello! Che meraviglia! Che posto magnifico!!!” – li fece alzare da terra per precipitarsi verso la porta d’entrata. Qui una vera sorpresa: Fata Paoletta era tornata e con tanti ragazzini della loro età dai tratti somatici diversi fra loro. Mary era così felice e sollevata nel rivedere la Fata che non provò neppure un briciolo di gelosia. Era meglio condividere Fata Paoletta con altri bambini piuttosto che non averla affatto.
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