Oggi c’è una grande Sofferenza legata al Trapasso finale.
Una Sofferenza per chi deve affrontarlo e per chi gli è vicino.
Qual è il Modo corretto, sano ed ecologico di affrontare la Morte?
La Morte bisognerebbe affrontarla in un unico modo: in modo naturale.
Ma purtroppo non siamo più abituati a questo.
Nel mondo occidentale la Morte viene vissuta come una Sconfitta, per cui continuiamo a dire: “Poverino, era giovane.. non se lo meritava.. poteva vivere ancora tanti anni…”, senza capire che, come in Natura tutto nasce e muore, così anche l’Essere Umano in quanto parte della Natura nasce e muore.
Penso che sia questo il Percorso che dobbiamo fare in questi anni: riappropriarci del vero Senso della Vita intendendola come un Percorso terreno non fine a se stesso, ma teso all’Armonia e all’Evoluzione.
Come tutti i Percorsi, ha un Inizio ed una Fine, e quindi anche la Morte è compresa in questo Percorso.
Dobbiamo fare un’altra Riflessione a questo Proposito: è difficile che l’ammalato Non conosca la Gravità del suo Male, e ancor più difficile che Non senta avvicinarsi la Morte.
La Finzione continua, costante con i Parenti e con gli Altri è semplicemente un Equivoco: il Parente cerca di illudere l’ammalato e quest’ultimo Non vuole deludere i Parenti, ma non è così che si dovrebbe affrontare la Situazione.
Bisogna affrontarla come un Evento naturale: c’è la Vita e c’è la Morte.
Più se ne parla e più ci prepariamo, più esorcizziamo la Paura di morire e più ci arricchiamo.
Ci arricchiamo veramente perché seguendo un Congiunto, un Individuo che sta male, Noi acquisiamo delle Informazioni incredibili.
Le acquisiamo e le doniamo, e l’Ammalato si sente veramente compreso e Non ha più Bisogno di fingere.
È un percorso che dobbiamo fare in questo Periodo.
Non dobbiamo crederci onnipotenti, arrivando ad ibernarci per scongiurare la Morte.
La Morte in verità Non esiste, Non c’è, e quindi non dobbiamo averne Paura: è semplicemente un cambiare il Nostro Stato.
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