Come era facile raggiungere il paese dei Gioielli per Mary e gli amici: Fata Paoletta li guidava veloci nell’aria, in un baleno quindi arrivarono a destinazione. Mary non aveva detto di esserci già stata perché non voleva anticipare nulla agli altri. Roby e Mago Paolo si unirono al gruppo, curiosi di vedere ciò che quello strano paese avrebbe suscitato. Nel gruppo una bimba, la più piccola di tutti, appena vide tutti quei gioielli si staccò dagli altri e si mise vicino, vicino a Fata Paoletta, prendendola per mano. La Fata- che tutto sapeva- la strinse a sé con gesto protettivo e le accarezzò i capelli. Sapeva che quella bimba era rimasta orfana perché i genitori avevano perso la vita proprio a causa dei gioielli. Erano commercianti di pietre preziose, furono rapinati di tutta la loro merce e per il dispiacere si ammalarono, prima uno, poi l’altro raggiungendo così il Paese degli Incontri. La piccola allora trovò accoglienza nel Paese delle Fate dove in tanti si occuparono di lei, ma la vista dei gioielli ancora la turbava. Chi invece gioiva veramente era un’altra ragazzina che pensava al proprio futuro.
A lei sarebbe piaciuto moltissimo comporre gioielli: collane, bracciali, anelli, non con pietre preziose, ma con conchiglie, semi, fiori essiccati e ogni altra cosa la fantasia le avesse suggerito. Per lei osservare così tanti oggetti preziosi era una vera gioia, ne traeva grande ispirazione. Assieme a loro c’era anche un giovane molto taciturno che difficilmente esprimeva il proprio pensiero, ma che, stranamente, in quel paese sciolse la propria ritrosia iniziando a raccontare episodi della sua vita legati proprio ai gioielli. Era bellissimo mentre si infervorava ricordando episodi passati. Tutti si erano fermati per ascoltarlo e il più attento era Roby. Non sapeva bene perché ma quello che sentiva raccontare gli sembrava di averlo già vissuto. Il racconto del ragazzo era preciso e appassionato. Tutto ebbe inizio quando, nel paese natio, i più anziani decisero che sarebbe stato bello festeggiare i nuovi nati in modo insolito: i genitori dei neonati, invece di regalare, ai parenti e agli amici, dei confetti, avrebbero donato ai più anziani un piccolo gioiello. Non certo un oggetto prezioso, ma originale sì.
Cominciarono così a comporre le iniziali dei bambini o delle bambine nate con fiori di stagione essiccati, intrecciati fra loro, legandole con un sottile filo d’oro. Gli anziani che ricevevano questo omaggio ricambiavano donando a loro volta la disponibilità ad accogliere i piccoli a casa per insegnare loro molte cose e raccontare la storia del paese.
Quando nacque il ragazzo però era una fredda serata d’inverno, la neve era caduta copiosa tanto che solo nel tepore delle case si trovava conforto. Il freddo si prolungò, così tanto che nessun fiore riuscì più a spuntare. I suoi genitori, avviliti, non poterono fare omaggio delle iniziali agli anziani perché non avevano con che cosa comporle. Fu allora che gli anziani del paese ebbero una bellissima idea.
Tutti assieme si recarono nei prati coperti di neve per cercare di trovare, non senza difficoltà, bucaneve sufficienti per comporre almeno due iniziali. Erano loro a fare omaggio al bimbo e non viceversa. I genitori furono commossi, loro non avrebbero mai trovato tutti i bucaneve necessari per comporre le iniziali da donare ai tanti anziani del paese. Per dimostrare la loro gratitudine, promisero che avrebbero insegnato a tutti i bimbi del paese a prendersi cura e a rispettare le persone avanti con l’età.
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