Molti giorni erano passati dall’incontro di Mary e Roby e Fata Paoletta aveva evitato di incontrare nuovamente i due nuovi amici.
Passava le giornate con Mary e le spiegava molte cose sulla natura circostante: i nomi delle piante, dei fiori, i loro cicli vegetativi, e soprattutto la esortava ad osservare gli abitanti del paese.
Mary era affascinata da queste nuove scoperte ed era sempre di ottimo umore.
La cosa che più la colpiva degli abitanti del posto era la grande serenità che emanavano.
Erano sempre sorridenti, cortesi: tutti si occupavano di tenere i giardini in ordine.
Al mattino prima di recarsi al lavoro o a scuola, passavano nelle vie e nelle piazze, pulivano i cespugli, toglievano i fiori e le foglie secche e, sempre sorridendo, si scambiavano notizie sulle loro famiglie, si raccontavano i loro sogni notturni o i loro progetti per il futuro.
Era veramente un paese di pace e armonia.
Una sera, al calar del sole, Mary volle fare una passeggiata verso il fiume per vedere il tramonto.
Si avviò da sola con passo svelto, aveva anche la curiosità di vedere se la piccola barca gialla fosse ancora sulla riva.
Già da lontano si accorse che non c’era più e l’avvolse subito un senso di delusione.
Si sedette comunque sul prato e si concentrò sulla luce calante che giocava fra i rami degli alberi.
Era immersa ad osservare questi giochi di luce e che non si accorse che verso di lei stava arrivando Roby.
Appena lo vide, balzò in piedi e lo abbraccio spontaneamente con tanto affetto e assieme si avviarono verso il paese.
Roby era molto silenzioso, non sembrava lo stesso ragazzino che rideva felice giocando con un pallone.
Mary chiese dove fosse Mago Paolo e vide il turbamento sul viso di Roby.
Non capiva, ma non osava chiedere altro.
Roby la prese per mano e la invitò a sedere sotto un grande albero: un salice piangente, che li avvolse sotto i suoi rami.
“Mago Paolo non è più con me perché ha finito di insegnarmi quello che dovevo apprendere da lui.
Proprio questa mattina è tornato al suo paese, il paese dei maghi.
All’inizio non ero triste perché sapevo che lui non sarebbe stato sempre con me, anzi se lui mi avesse lasciato avrebbe voluto dire che ero cresciuto e potevo vivere da solo.
Poi, con il passar delle ore ha preso il sopravvento la malinconia e così ho fatto una lunga gita sul fiume con la barca gialla.
Sai, molto spesso io dormo anche alla notte sulla barca perché mi piace stare a contatto della natura e ascoltarne i suoni e i profumi”.
Tacque Roby e sorrise a Mary che ricambiò turbata.
Lei non sarebbe stata contenta di veder andar via Fata Paoletta.
Come avesse sentito i suoi pensieri Roby disse: “Sono abituato a vivere solo: i miei genitori sono andati nel Paese degli Incontri quando io avevo otto anni.
Erano molto bravi e mi volevano molto bene, ma un giorno purtroppo un grande terremoto colpì il mio paese e loro rimasero sotto le macerie della casa.
Io ero per strada: stavo tornando da scuola e così mi sono salvato”.
Tacque Roby sommerso dai ricordi, poi si voltò verso Mary e per non intristirla continuò: “La Vita però è molto bella e piena di sorprese. Quando avevo ormai dieci anni e mi sentivo molto responsabile di me stesso, (come tutti i bambini che avevano
perso i genitori nel terremoto) ho fatto un incontro veramente incredibile”.
Vuoi ascoltarlo? Non vorrei però fosse troppo tardi, mi dispiacerebbe che Fata Paoletta si desse pensiero per te non vedendoti arrivare”.
Mary di slancio lo abbracciò e invece di salutarlo e correre via, gli propose: “Vieni con me, sono certa che la Fata ti accoglierà con amore e così potrai raccontare anche a lei il tuo incredibile incontro”.
Roby non aspettava altro, sarebbe stato bellissimo passare la serata con Mary e Fata Paoletta, invece che rimanere solo sulla barca gialla.
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