Nel pensare a Noi come Esseri Divini dobbiamo fare uno Sforzo: pensare che essere Parte della Divinità, Essere la Divinità comporta Diritti e Doveri diversi da quelli derivanti dal sentirci Parte soltanto della Terrenità, e cioè esseri dotati di un Corpo, di un’Intelligenza, di Sensibilità, Esseri che hanno come Unico Scopo quello di vivere una Vita terrena il più soddisfacente, più giusta e onesta possibile.
Qui non alludiamo all’Aldilà come Qualcosa che possa essere Premio o Castigo, ma semplicemente pensiamo a Noi come Parte del Tutto, e quindi inseriti in un Meccanismo che va ben Oltre il Percorso terreno che in questo Momento stiamo vivendo.
Non dobbiamo aspettarci né Castighi né Premi, bensì soltanto un “Aggiustamento” delle Frequenze che non abbiamo reso armoniche, che non siamo riusciti a gestire fino al Punto di portarle all’Armonia.
Il Divino nella sua Interezza è tutto: Armonia e Disarmonia.
La Disarmonia però non va mai intesa come Qualcosa che possa contrastare l’Armonia fino al Punto di farle perdere la sua Caratteristica di Positività, di Avanzamento al Servizio dell’Evoluzione.
Abbiamo detto che la Disarmonia è funzionale all’Armonia perché è necessaria un’Alternanza, ma nel Divino, nella Parte più “Alta” del Divino tutto è armonico, compresa la Disarmonia.
Anche negli Esseri Umani, se la Disarmonia viene gestita in Modo “naturale”, accettandola e capendo che in quel Momento è necessaria, Essa non provoca Danni, anzi suscita una presa di Consapevolezza da cui scaturiscono Risorse che forse erano latenti o non coscienti per l’Individuo.
Sentirsi e percepirsi divini è uno Sforzo che deve essere fatto.
All’Inizio è necessario uno Sforzo mentale perché capire questo Concetto non è semplice.
Siamo abituati a considerarci solamente Esseri Terreni e releghiamo la Spiritualità, la Parte più “Alta” di Noi, ad un’Altra Dimensione o perfino ad un Altro Luogo, a seconda delle varie Scuole di Pensiero.
Non è però così: Noi siamo interi, siamo UNO, siamo non parcellizzati, ma appartenenti al Terreno e al Divino: il Divino comprende tutto e quindi anche la Parte Terrena, ma noi come Esseri Divini ci assoggettiamo ad essere terreni solo e semplicemente per quanto riguarda la Materia, la Gestione del Nostro Corpo e della Nostra Vita sulla Terra.
La Sensibilità, quello che sentiamo profondamente, la Spinta alla Spiritualità, alla Trascendenza che non può essere vista come estranea alla Terrenità, è sempre e comunque dentro di Noi, perché lo Scopo della Vita sulla Terra è quello di innalzare la Terrenità a Livelli più “Alti”, in Modo che si amalgami con la Parte più “Alta” della Divinità.
Qui bisognerebbe aprire un Capitolo estremamente complesso, poiché diciamo che la Divinità è Tutto, che Dio è Tutto, quindi ogni Frequenza e Vibrazione, anche quelle che l’Essere Umano non può capire e neppure immaginare.
Per questo ci fermiamo e ragioniamo usando le Parole adatte a chi come Noi, Esseri Umani, è su questa Terra e perciò ha Necessità di adattare il Divino alla Frequenza della Terrenità.
Ripeto che questa Frequenza deve essere innalzata al Livello più Alto possibile e non deve essere svilita.
Non dobbiamo pensare alla Terrenità come ad una Forma di Vita Inferiore: è una Forma di Vita che in questo Momento abbiamo scelto di vivere con il Compito preciso di viverla al Meglio, e quindi di innalzare la Frequenza della Terra ad un Livello più Alto.
Ciò è possibile quando ci muoviamo e ragioniamo con la Certezza di essere Parte del Divino, di Essere il Divino.
Allora, nell’Ambito di ciò che possiamo fare, nei Limiti che la Terrenità ci impone, noi ci impegniamo a dare il Meglio di Noi Stessi e il Divino, l’Evoluzione, la Vita ci usa affinché finalmente la Terrenità vada oltre la Base Materiale del vivere e venga intrisa di Spiritualità.
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