Come possiamo trovare la Sicurezza in Noi stessi? Come si può fare per abbandonarsi al Fluire della Vita con la Consapevolezza che deve essere la Vita a guidarci e non la nostra Mente?
Il Modo più semplice per arrivare a questo Abbandono è quello di capire come Noi ci percepiamo.
Che cosa siamo? Siamo una Personalità, Esseri solo terreni che ragionano con la propria Mente, ma non hanno in sé nessuna Parte trascendente che sia più “evoluta” della propria Mente?
Queste sono le prime Domande che dobbiamo farci.
Voler controllare le Situazioni a tutti i Costi è sempre foriero di Disagi, perché se osserviamo la Realtà, novanta Volte su cento questa ci spiazza.
Le Cose non accadono come vorremmo e Noi non riusciamo a vedere soddisfatte le nostre Aspettative: più vogliamo controllare e più entriamo in un Circolo vizioso che porta a sfuggire quel che più vorremmo controllare.
Come si può cambiare?
La prima Vibrazione da mettere in Campo in questo caso è l’Umiltà, una Vibrazione potentissima.
Ricordiamoci che ogni Paura, Ansia, Situazione che ci porta all’Insicurezza deriva dalla Mancanza di Umiltà.
Se ci sentiamo Piccoli, Cellula di un Corpo divino, se ci percepiamo inseriti in un Tutto non possiamo avere Paura di Nulla, assolutamente di Nulla, perché siamo certi, convinti, consapevoli che dobbiamo rispondere del nostro Agire al Tutto e non agli Altri, e neppure alla nostra Parte terrena o alla Società, e quindi il nostro Agire diventa leggero, semplice, privo di quelle Asperità che rendono la Vita faticosa e a volte perfino dolorosa.
Il primo Passo per cercare la Sicurezza in Se stessi è cercare di abbandonare il Controllo, che non è altro che un’Illusione, in quanto nessuno può controllare ciò che non conosce: l’Attimo successivo a quello che si sta vivendo non lo conosce Nessuno. Quindi controllare è semplicemente un’Utopia.
Quando facciamo questo Percorso dentro di Noi troviamo la Serenità, la Pace.
Quello che ci può aiutare ad andare a Fondo di questo Meccanismo – lo ripeto – è l’Umiltà.
L’Umiltà è la Chiave che conduce fino in Fondo. Non dobbiamo dimenticare mai di essere una Cellula del Tutto, di non essere Individui a sé stanti, ma ricordarci che traiamo la Forza, la Sicurezza, le Informazioni dal Tutto. Sta quindi a noi avere questa Consapevolezza radicata e allora il nostro Comportamento cambia.
Osserviamoci “da fuori”: la nostra Parte più consapevole, più elevata vede la Parte più misera, terrena, fragile, insicura che cerca disperatamente di controllare, che si abbarbica alle proprie Certezze, che mette in Moto Comportamenti di Aspettativa, di Controllo, di Programmazione.
Tutto questo però attiene alla Parte di Noi più fragile. La Parte più consapevole, più saggia osserva l’Altra Parte, sorride e ne prende le Distanze.
È giusto che la Parte più fragile e direi anche più misera di noi prenda delle “Legnate” , che subisca le Critiche altrui, che si scontri con Situazioni che non corrispondono al proprio Volere, perché tutto questo fa parte dell’Insegnamento che la Vita vuole porgere.
Tu pensi di controllare, pensi di essere al di sopra di ogni Giudizio e di ogni Critica, ma la Vita ti dimostra che non è così che funziona, e quindi se non si riesce a circoscrivere questo Meccanismo di Controllo, l’Essere umano diviene sempre più ansioso, teso, pauroso e alla Fine che cosa accade? Che la Salute ne fa le Spese perché diviene altalenante, diviene il principale Problema della Vita.
Perciò la Cosa più importante è capire che si è Parte di un Tutto, che nel Tutto ci sono tutte le Risorse e che abbandonarsi al Tutto non significa essere superficiali, creduloni, ma semplicemente Agire con Senso di Realtà, perché il Tutto – al Contrario di Noi – conosce il Futuro.
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