Parliamo della Fatica di Vivere, Quella che quasi Tutti facciamo perché abbiamo dimenticato Chi, Cosa in Realtà Siamo.
Facciamo una Grandissima Fatica perché ci percepiamo soltanto come Esseri Umani Inseriti in un Processo Terreno di Sopravvivenza.
Se invece pensassimo di Essere Individui facenti Parte di un Processo di Evoluzione, tutto sarebbe Diverso.
La Fatica non sarebbe più Fatica, ma si trasformerebbe nella Gioia di Affrontare Situazioni anche complesse dove abbiamo la Possibilità di dare il Meglio di Noi Stessi.
In genere viviamo l’Ostacolo o la Difficoltà quasi come un’Offesa, uno Smacco, un Sopruso che la Vita ci sta facendo, senza renderci Conto che è Proprio attraverso quell’Ostacolo o Quella Difficoltà che siamo chiamati a tirar fuori il Meglio di Noi Stessi.
Purtroppo l’Essere Umano dimentica di Avere una Parte Divina dentro di Sé, di essere Portatore di una Parte Eccezionale che è quella Energetica, Cosmica, e vuole vivere solo e semplicemente in Aderenza alla Propria Mente.
Ma la Mente “mente”, Tradisce, non può programmare ed Essere Sicura di poter mantenere la Programmazione, perché Troppe Cose possono intervenire a deviare Quello che abbiamo programmato con la Nostra Razionalità.
La Difficoltà di Vivere è data anche dal Nostro voler continuamente Conferme.
Cerchiamo invece di Vivere in Aderenza a Noi Stessi senza cercare continuamente conferme all’Esterno, senza Pretendere di essere sempre Accettati e Apprezzati dagli Altri.
Noi tendiamo spessissimo a sminuire Ciò che facciamo, sentendoci avviliti quando gli Altri non apprezzano il Nostro Operato (perché non rispondente alle Loro Aspettative), anche se sappiamo di aver dato il Massimo.
Questo è Fonte di Ulteriore Fatica nel Nostro Modo di Vivere: non riusciamo ad essere Noi Stessi fino in Fondo perché abbiamo sempre l’Occhio al Giudizio Altrui.
Dobbiamo imparare a vedere l’Altro come Stimolo, come Specchio, come Mezzo per migliorare Noi Stessi, perché è Proprio attraverso la Valutazione Altrui intesa come Stimolo che possiamo arrivare a capire e a dare il Meglio di Noi.
Quando però abbiamo Dato il Nostro Meglio e siamo in Pace, essendo convinti di aver fatto Tutto Ciò che era possibile, il Giudizio Altrui non ci deve avvilire.
Vuol dire che l’Altro aveva delle Aspettative troppo Alte su di Noi, e Questo deve essere un Problema Suo.
Nella Vita non possiamo sempre correre per Aderire alle Aspettative degli Altri, ma dobbiamo piuttosto impegnarci per Essere Noi Stessi fino in fondo.
Quando lo siamo stati, usando il Confronto con l’Altro come Mezzo per capirci Meglio, la Pace e la Serenità devono entrare in Noi, altrimenti vivremo sempre Affaticati.
La Nostra Vita sarà una Tensione Continua per accontentare gli Altri ed arriveremo persino all’Aberrazione di cambiare Noi Stessi pur di accondiscendere al Volere Altrui.
Ciò innesca un Processo di Disistima, di non Amore verso Noi Stessi e di Depressione.
Questo perché ci siamo profondamente stravolti e non abbiamo più la Capacità di esprimerci, dal Momento che – essendoci posti sulla Lunghezza d’Onda delle Aspettative e dei Desideri Altrui – siamo attenti solamente a non scontentare gli Altri.
Ciò crea in Noi uno Stato di Avvilimento che può portare fino all’Apatia.
Arriviamo a Non aver più Voglia di Vivere perché non possiamo più esprimerci, perché il Voler Accontentare gli Altri ci condiziona al Punto da preferire il Non Agire.
Questo è il Percorso faticoso, pesante che l’Essere Umano compie perché non ha capito – lo ripeto – chi veramente è.
È semplicemente un Essere arrivato sulla Terra per aderire all’Evoluzione.
Dobbiamo sempre tener presente Questo per riuscire a percorrere la Nostra Vita in Modo non pesante, ma consapevole e lieve.