Il Controllo sui Figli sembra assolutamente Naturale, ammesso, lecito e soprattutto doveroso: controllare i Figli sembra far Parte Essenziale dell’Essere Genitori.
Questo è in Genere il Nostro Modo di vedere la Vita.
Per Fortuna i Figli si ribellano, segnalando con ciò che non è così che si deve fare il Genitore.
Nel Momento Stesso in cui Voi Genitori, Animati dalle Migliori Intenzioni, vi accingete al Controllo dovete ricordarvi di essere stati anche Voi Figli, e come Tali di aver mal subìto Quel Controllo, di non averlo accettato, e soprattutto di Quanti Danni vi ha portato: ci vogliono Anni per togliersi di dosso il Controllo dei Genitori.
Tuttavia, nel Momento Stesso in cui il Figlio diventa Genitore, pare automatico far scattare il Controllo.
Bisogna essere assolutamente rispettosi degli Altri, soprattutto dei Figli, partendo da un semplicissimo Principio: Quel Figlio è, innanzitutto, un Individuo che io amo.
È sufficiente Questo.
Il Fatto che io lo ami mi impedirà di fargli del Male, proprio in quanto lo amo.
Ciò che io voglio fare al di là di questo attiene alla Mia Personalità, alla Voglia di Controllare, e soprattutto è il Risultato della Mia Insicurezza, perché il Controllo è una Spia potentissima dell’Insicurezza dell’Individuo che lo esercita.
Se Io sono sicuro di Me non Controllo: so che potrò affrontare Qualunque Situazione si presenti. Il Modo più giusto, sano, facile, costruttivo per evitare il Controllo è quello di pensare che siamo Tutti Parte della Stessa Vibrazione, della Stessa Vita, della Stessa Energia che ci permea, e soltanto momentaneamente io sono Genitore, così come momentaneamente sono Stato Figlio.
Ciò induce un Senso di Relatività e ci porta a pensare che la Vita è così perfetta da aver Cura sia di Me che del Figlio, come pure del Mio Genitore, e quindi essa agisce e ci protegge tanto più Noi la lasciamo libera di fare, di fluire, tanto più Noi ci ritiriamo.
Mettete in Voi Questo Concetto: io amo Questo Individuo.
Cerco di dire raramente “MIA Mamma, MIO Figlio, MIO Padre”, perché quel “Mio” ne fa Qualcosa di esclusivo per Me.
Non è così.
Mio Padre e Mia Madre possono anche essere Padre e Madre di Altri che hanno Diverse Reazioni nei Loro Confronti, e quindi devo riflettere sul Fatto che quando giudico un Genitore devo essere consapevole di giudicarlo dal Mio Punto di Vista, non con l’Obiettività necessaria ad analizzarlo come Persona.
Mio Fratello o Mia Sorella lo possono giudicare diversamente, eppure quel Genitore è sempre lo Stesso.
Bisogna stare attenti a non controllare i Figli perché con il Controllo si mette un’Ipoteca: il Bambino che è troppo controllato si abituerà a far Capo sempre al Padre o alla Madre, e cercherà di portare Giusti Risultati per soddisfarli, farli contenti; soltanto Energie molto forti e determinate metteranno da Subito in Atto la Reazione della Ribellione.
La Ribellione è salutare e rientra nel Momento Stesso in cui il Figlio percepisce che il Genitore ha capito il Senso della Sua Ribellione.
Fino a che il Genitore non capisce, il Figlio si sentirà costretto su Quella Strada.
Mettiamo l’Amore alla Base del Nostro Vivere e tutto diventerà più facile, scorrevole: prima di Tutto l’Amore per Noi Stessi e da Esso, naturalmente, l’Amore per gli Altri, che avrà la Stessa Intensità e Qualità con cui amiamo Noi Stessi.
Un Amore che sviluppiamo quando ci sentiamo una Cellula dell’Universo e non Personalità che deve portare Risultati o farsi valere agli Occhi degli Altri, ma semplicemente una Cellula che ha il Solo Scopo di diventare Armonia per farsi usare dalla Vita. Quando riusciamo a capire Questo, il Nostro Modo di essere cambia, il Nostro Approccio con l’Altro cambia e diventiamo capaci di ascoltare Nostro Figlio anziché controllarlo.
È un Confine sottile che Ognuno deve trovare tra il lasciar fare e il dire no, tra Consigliare e Imporre. Sono Confini Sottili che Ognuno deve scoprire, partendo dal Presupposto che Questo figlio è un’Energia in Movimento come lo sono io, e che dall’Interazione fra Noi deve nascere un Miglioramento per Entrambi.